Oggi Giulia vi farà la Recensione del libro di Amy Harmon: I cento colori del blu. Una storia con protagonisti un’insegnante e la sua alunna.

Titolo: I cento colori del blu Link Amazon
Titolo Originale: A different blue
Autore: Amy Harmon
Editore: Newton Compton
Data Uscita: 3 aprile 2014
Pagine: 351
Narrazione: Prima persona, pov della protagonista
Finale: conclusivo
Sinossi
Tutti a scuola conoscono Blue Echohawk. Abbandonata da sua madre quando aveva solo due anni, Blue non sa se quello sia il suo vero nome né quando sia davvero il suo compleanno. Ma ha imparato a fuggire il dolore con atteggiamenti da ribelle: indossa sempre vestiti attillatissimi e un trucco pesante. E soprattutto il sesso è il suo rifugio, un gioco per dimenticare tutto, per mettere sotto chiave le sue emozioni.
A scuola poi è un caso disperato. Eppure il suo nuovo insegnante di storia, il giovane Darcy Wilson, non la pensa così: Darcy crede in lei, e sa che Blue ha bisogno di capire chi sia prima di trovare un posto nel mondo. E così la sprona a guardarsi dentro e a ripercorrere il passato, a scrivere la sua storia, a dar voce alle sue emozioni. Tra i due nasce una grande amicizia, e forse, a poco a poco, qualcosa di più: un sentimento forte, travolgente, a cui ciascuno dei due tenta in tutti i modi di resistere.
Recensione di Giulia
“C’era una volta… un piccolo merlo. Era stato buttato giù dal nido… Poi un falco lo accolse nel suo nido e gli insegnò a volare. Un giorno però il falco non tornò a casa e l’uccellino restò di nuovo solo… Voleva volare via… Poteva volare, sì, ma per andare dove? Aveva paura… perché sapeva di non essere un falco. Si nascose sperando che qualcuno lo andasse a salvare…”
È così che inizia la trasformazione di Blue, da un tema datogli dal giovane e insistente professor Wilson.
Lei non sa che sarà proprio lui a salvarla da una vita triste e solitaria, dove la sua unica amica è la proprietaria del locale in cui lavora.
Blue, infatti, ha dovuto sempre lottare per ogni cosa da quando è nata, sua madre l’ha abbandonata a uno sconosciuto che poi è diventato la sua figura paterna ma che, anche lui, dopo poco la dovrà lasciare a causa di un incidente.
Darcy (Nomen omen), d’altro canto, ha vissuto una grande e allegra famiglia benestante e sembra non aver mai sofferto in vita sua, anzi, è una specie di genio prodigio. Da subito, riconosce in Blue un’intelligenza che lei tenta sempre di nascondere, insieme ai suoi sentimenti.
“Alla fine, ritrovò la voce e fissò malinconico un punto oltre le mie spalle, come se non riuscisse a guardarmi negli occhi.
-Vorrei tanto che tu avessi avuto una vita migliore… una vita diversa. Ma una vita diversa ti avrebbe resa una Blue diversa.- Mi fissò. -E questa sarebbe la tragedia peggiore di tutte.-“
Pian piano, soprattutto dopo che la scuola è finita e lei è riuscita a diplomarsi, i due diventano sempre più uniti e confidenti l’uno con l’altra. Blue riesce a farsi spazio nel mondo anche grazia alla sua passione nell’intagliare il legno, da dove crea delle opere meravigliose e che la faranno sentire per la prima volta orgogliosa di se stessa.
La storia all’inizio procede abbastanza lentamente, sarà che è solo incentrato nella scuola e , bene o male, succedono sempre le stesse cose. andando avanti a leggere però, le cose si fanno sempre più interessanti, tanto che l’ultima parte del libro l’ho praticamente divorata.
“-Ma Wilson, io ti amo,- insistetti.
-E io amo voi… con grande ardore,- rispose lui, giocherellando con i miei capelli e tirandomi a sé.
-Orgoglio e pregiudizio?-
-Come fai a saperlo?- sorrise.
-Ho un debole per Mr Darcy.-“
C’è un così grande miscuglio di sentimenti tra amore, dolore e speranza che è quasi come stare sulle montagne russe, ma quello che ho amato molto sono state le varie storie degli indiani d’America che Blue raccontava ogni tanto.
Amy Harmon è riuscita a creare, da una storia terribile e piena di sofferenza, una di rinascita e rivincita.
La sua scrittura è scorrevole e riesce a farti provare le stesse emozioni che prova Blue per tutto quello che le accade.
Unica pecca, come sempre, è il fatto che manchi un epilogo di “anni dopo”, data la storia dei due, a mio parere, sarebbe stata la ciliegina sulla torta!

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