Recensione Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

La recensione di oggi vi parla di un grande classico Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas edito da Feltrinelli. Andiamo subito a scoprire di cosa tratta.

Il conte di Montecristo (Le Comte de Monte-Cristo) è un romanzo di Alexandre Dumas, scritto in collaborazione con Auguste Maquet, la cui pubblicazione a puntate iniziò nel 1844. È parzialmente ispirato a fatti reali, presi a prestito dalla biografia di Pierre Picaud.

Questo romanzo è, assieme a I tre moschettieri, una delle due opere più conosciute di Dumas, sia in Francia che in Italia e nel mondo. Fu prima pubblicato in feuilleton sul Journal des débats dal 28 agosto al 19 ottobre 1844 (1ª parte), dal 31 ottobre al 26 novembre 1844 (2ª parte), poi dal 20 giugno 1845 al 15 gennaio 1846 (3ª parte).

La storia è ambientata tra l’Italia, la Francia e alcune isole del Mar Mediterraneo, durante gli anni tra il 1815 ed il 1838 (dall’esordio del regno di Luigi XVIII di Borbone al regno di Luigi Filippo d’Orléans). Romanzo dalla forte valenza emotiva, oltre che affresco della storia francese ed europea del XIX secolo, negli ultimi 170 anni non ha mai smesso di appassionare e avvincere i lettori.

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Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas

Titolo: Il conte di Montecristo Link Amazon
Titolo originale: Le Comte de Monte-Cristo
Autore: Alexandre Dumas
Editore: Feltrinelli
Data di uscita: 04 Giugno 2014
Pagine: 1191
Narrazione: Terza persona
Finale: Conclusivo

Sinossi

Da capolavoro del romanzo popolare a capolavoro del romanzo: la storia della fortuna de “Il conte di Montecristo” si potrebbe condensare nella lenta caduta di un aggettivo. Fin dal suo primo apparire, in quella Francia degli anni Quaranta dell’Ottocento che era il più fervido e convulso laboratorio delle rivoluzioni europee, la storia dell’eroe borghese Edmond Dantès, eponimo della sfortuna e dell’ingiustizia, che si trasforma in spietato giustiziere, fu accolta dalle migliaia di avidi lettori di feuilleton come la più iperbolica incarnazione dello spirito del tempo.

Un successo fulmineo, sancito dall’immediato passaggio all’edizione in volume e da un incredibile numero di ristampe e traduzioni. Ma fin da subito, quell’aggettivo, “popolare”, suonò, in tutta una parte della critica colta, come una netta discriminazione, se non come una condanna. Al contrario, il “Montecristo” deve oggi essere situato nel posto che merita: all’apice della più felice stagione del romanzo europeo.

Condotta sul testo francese meticolosamente stabilito da Claude Schopp, questa edizione comprende, oltre alla prefazione di Schopp, un apparato di note al testo, nonché un dizionario dei personaggi e delle persone storiche e un Indice dei luoghi.

Recensione di Gabriella

Edmond Dantes è un marinaio che, rientrato dal suo ultimo viaggio e diventato capitano della Pharaon, è pronto per sposare la sua amatissima Mercédès ma un complotto tra lo scrivano di bordo Danglars, il sarto Caderousse geloso della posizione appena acquisita di Edmond e Fernand cugino di Mercédès nonché innamorato di lei, portano il complotto a termine facendolo incarcerare.

A chiudere le fila di questo arresto sarà Gerard de Villefort che per proteggere il suo nome, visto che il padre è un bonapartista, farà arrestare a vita Edmond finché lui non riuscirà a scappare, grazie all’aiuto dell’Abate Faria anche lui imprigionato nelle segrete del Castello d’If.

Diventato come un padre per Edmond, gli insegna le lingue e le scienze e, prima di morire, gli dice dove trovare il tesoro dell’isola di Montecristo e che permetterà a Edmond di poter attuare la sua vendetta nei confronti di chi ha tramato contro di lui.

“Edmond e Mercédés erano l’uno nelle braccia dell’altra. Il sole rovente di Marsiglia, che penetrava attraverso il vano della porta, li inondava di un fiotto di luce. Sulle prime non videro nulla di quel che avevano intorno. Una felicità immane li isolava dal mondo, ed essi non favellavano se non con le parole frammentarie che sono gli slanci di una gioia tanto vivida da sembrare l’espressione del dolore.”

Dopo veramente tantissimo tempo sono riuscita a iniziare questo bellissimo libro che mi incuriosiva da tempo. Conoscevo la trama a tratti, non avendo mai visto nemmeno una rappresentazione del libro, ma mi ha sempre un po’ spaventata come lettura da intraprendere per la grandezza del libro. In realtà sin da subito è un libro che, a parte qualche scena, ti prende talmente tanto da farti dimenticare la mole e farti trovare alla fine del libro pensando: “e adesso?”

“<<Quanto all’inchiostro – precisò Faria – sapete come procedo: lo fabbrico mano mano che mi occorre>>.
<<Adesso mi meraviglio di una cosa – disse Dantes – ossia che per tutta questa impresa i giorni vi siano bastati>>.
<<Avevo le notti>>, rispose Faria.
<<Le notti! Avete dunque la natura dei gatti e vedete nitido di notte?>>.
<<No. Ma Iddio, per sopperire alle mancanze dei sensi, ha donato all’uomo l’intelligenza: mi sono procurato la luce>>.”

La trama, che dire della trama? È talmente fitta e ben congeniata che non ti fa annoiare, ma ti porta a voler sapere come andrà a finire, a volerne sempre di più e a non annoiarti mai. Accadono talmente tante cose che non riesci ad abbassare l’attenzione dal libro.

“<<Due anni!>>, esclamò Dantes. <<Credete che potrei apprendere tutte queste cose in due anni?>>.
<<Nell’applicazione no, nei principi sì. Apprendere non vuol dire sapere; vi sono i sapienti e i savi. È la memoria che fa gli uni, è la filosofia che fa gli altri>>.”

I personaggi li ho trovati molto ben delineati. A partire da Edmond che sin da subito dimostra di avere una grande predisposizione a… tutto! Una mente assolutamente meravigliosa che gli permette di fare tantissimo, a momenti non mi è sembrato nemmeno reale talmente tanto è riuscito a imparare in poco e ad escogitare per mettere a frutto la sua opera.

Molto ben definito come personaggio nonostante sia molto complesso visto che nell’arco della storia si ritrova addirittura a dover impersonare diversi personaggi che lo porteranno ad avere la sua vendetta. Anche i personaggi secondari vengono descritti e personificati veramente bene, penso che non ci siano virgole messe al posto sbagliato.

Libro assolutamente bellissimo e da leggere almeno una volta nella vita.

dieci

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